venerdì 1 marzo 2019

Il viaggio in Kalimantan

Sono quasi alla fine del mio viaggio, in una parte dell'Indonesia fuori da ogni rotta turistica: il
Kalimantan, parte indonesiana del Borneo.
Le zone protette sono delle bellissime realtà, da ogni punto di vista: le foreste primarie sono forse
le più antiche del mondo e contengono una biodiversità complessa e delicata, con cui, in alcuni
casi, l'uomo convive, in assoluta sintonia.
Le persone sono fantastiche: molto ospitali, generose e curiose di conoscere gli stranieri.
Il cibo, nelle piccole comunità nei pressi delle foreste pluviali, è semplice, ma estremamente
buono e sano, e, dato che quasi tutto proviene da madre natura, lo ritengo un gradino superiore al
biologico.
Sono venuto nel Kalimantan per svariati motivi, ma soprattutto ho scelto di soggiornarci durante la
stagione delle piogge, primo perché fa' meno caldo, secondo perché vi si trovano una vasta
quantità e varietà di frutta, di cui sono goloso. Basta camminare nella foresta e raccogliere i suoi
doni, ce n'è per tutti: sia uomini che animali.
Queste comunità lontane dalla civiltà sono un esempio da seguire, ad esempio sanno come vivere
in sintonia con la foresta, rispettandola e difendendola. Questo ecosistema tropicale , in buona
parte endemico , comprende una delle realtà più complesse al mondo , ancora in buona parte da
studiare, comprende non solo nelle foreste ma anche le coste ricoperte da mangrovie e gli atolli
tropicali.
La loro democrazia è oltretutto un modello da seguire: nessuno viene lasciato indietro, nemmeno
gli anziani, che anzi vengono tenuti in considerazione dato che le tradizioni vengono tramandate
da generazione in generazione;
tutto viene deciso in democrazia, attraverso frequenti riunioni che si svolgono nei piccoli villaggi,
dove partecipano attivamente tutti i capo famiglia.
Purtroppo il sogno sta finendo.
Le Grandi multinazionali assieme agli altri stati, stanno saccheggiando, con il consenso della
politica corrotta locale, tutti gli stati del Kalimantan.
I problemi principali sono:
La deforestazione, le miniere di carbone a cielo aperto, l'utilizzo e l'abuso di prodotti chimici in
agricoltura, la commercializzazione indiscriminata di ogni tipo di plastica e di qualsiasi tipologia di
prodotti chimici (sia ad uso casalingo che industriale), porta a conseguenze disastrose per l'alto
tasso di inquinamento di fiumi, laghi, falde acquifere, mare.
I parchi nazionali sono inoltre poco controllati, il che lascia purtroppo ai bracconieri vita facile.
Altre problematiche che ho riscontrato riguardano l'urbanistica: le città crescono velocemente
senza piani regolatori o leggi che regolino/vincolino il paesaggio.
La povertà dilaga e con essa tutte le nuove malattie annesse e connesse. L'inquinamento e la
relativa contaminazione di acqua e cibo aumentano visibilmente le malattie.
E infine la differenza tra poveri e ricchi si sta ampliando esponenzialmente.
La peggior piaga del Kalimantan, e non solo, è l'industria dell'olio di palma,
che non è legata soltanto al problema della deforestazione, ma anche a quello del cambiamento
climatico, alla distruzione degli habitat, alla perdita di biodiversità, agli abusi circa i diritti degli
indigeni e alla crudeltà sugli animali.
Inoltre, lo sviluppo delle piantagioni di olio di palma è associato all'inquinamento dell'aria,
dell'acqua e del suolo.
Tutto ciò può essere fermato.
Come?
Uno dei modi migliori è far conoscere il problema alle nuove generazioni, sono quelle a cui va
trasmessa la coscienza dell'ecosostenibilità.
Le nuove generazioni sono quelle che ci devono traghettare in un mondo migliore.
Bisogna trasmetter loro l'importanza di una coscienza ecosostenibile.
Sosteniamo i progetti di riforestazione o di mantenimento delle foreste esistenti, come :

Masarang Company che sostiene ben dieci comunità indigene, acquistando le noci da cui si
produce il burro di Illipe:
queste noci crescono solo nelle foreste pluviali e si possono raccogliere semplicemente dal suolo
della foresta, dove cadono naturalmente nel periodo tra gennaio e febbraio.
Questa piccola fabbrica, contribuisce al mantenimento e alla protezione delle foreste circostanti,
Vendendo inoltre i prodotti ricavati dalle risorse della foresta, senza quindi depauperarla.
Supportatela acquistando i suoi (fantastici!!!) prodotti.
Program konservazi Bekantan si impegna invece alla riforestazione delle mangrovie per ricreare
l' ambiente adatto alla proliferazione delle scimmie proscide (proboscid monkey) e anche a
reintrodurre tutta la fauna selvatica.
Nei dieci giorni trascorsi a stretto contatto con loro in veste di volontario ho potuto constatate che
sono gli unici che stanno veramente proteggendo le poche scimmie rimaste, scimmie che sono il
simbolo del Borneo, e riescono a farlo senza alcun tipo di finanziamento governativo.
Aiutiamoli!
Ecco il loro link:
Un altro modo per contribuire è quello di boicottare il più possibile l'olio di palma.
Questo spetta a noi, dato che è presente quasi ovunque: dal cibo alla cosmesi e ai carburanti .
Qualcosa si sta facendo, ma non è sicuramente sufficiente.
In questi quasi due mesi di viaggio ho cercato di spostarmi principalmente via terra con non pochi
problemi, volendo vedere con i miei occhi questo paese.
Purtroppo la maggior parte del territorio, lungo le poche strade di collegamento tra le città, é
circondato da coltivazioni di palma da olio, alberi della gomma o zone deforestate, le città sono
caotiche e inquinate, quindi poco accoglienti per lo straniero; ma la gente è disponibile e sempre
disposta ad aiutare.
Il cibo nelle città è da provare ma non è salutare: qui friggono quasi tutto nell'olio di palma, a cui
aggiungono poi zucchero, sale e soprattutto msg (glutammato monodisco);
quasi ovunque però, specialmente nel periodo da dicembre a marzo, c'è una scelta infinita di frutta
proveniente dalle foreste tropicali, tra cui il frutto più buono del mondo il famoso Durian.
Per vedere il vero Borneo bisogna inoltrarsi in strade improponibili o risalire i corsi d' acqua o
prendere dei voli interni, invece per andare sulle isole, che pochi conoscono, é necessario
prendere delle barchette che però risultano instabili e affrontano le onde pericolosamente.
Nella buona parte parte dei casi è molto costoso raggiungere queste mete favolose, ma ne vale la
pena, fidatevi.
Ho pubblicato qualche foto del mio viaggio sia sulla mia pagina
Facebook: Claudio Alessandro Carlo Pinzauti,
che sulla mia pagina Instagram: Claudio Pinzauti,
Che sul mio blog: Www.forsetorno.blogspot.com
Al prossimo viaggio :)


Il viaggio in Kalimantan

Sono quasi alla fine del mio viaggio, in una parte dell'Indonesia fuori da ogni rotta turistica: il
Kalimantan, parte indonesiana del Borneo.
Le zone protette sono delle bellissime realtà, da ogni punto di vista: le foreste primarie sono forse
le più antiche del mondo e contengono una biodiversità complessa e delicata, con cui, in alcuni
casi, l'uomo convive, in assoluta sintonia.
Le persone sono fantastiche: molto ospitali, generose e curiose di conoscere gli stranieri.
Il cibo, nelle piccole comunità nei pressi delle foreste pluviali, è semplice, ma estremamente
buono e sano, e, dato che quasi tutto proviene da madre natura, lo ritengo un gradino superiore al
biologico.
Sono venuto nel Kalimantan per svariati motivi, ma soprattutto ho scelto di soggiornarci durante la
stagione delle piogge, primo perché fa' meno caldo, secondo perché vi si trovano una vasta
quantità e varietà di frutta, di cui sono goloso. Basta camminare nella foresta e raccogliere i suoi
doni, ce n'è per tutti: sia uomini che animali.
Queste comunità lontane dalla civiltà sono un esempio da seguire, ad esempio sanno come vivere
in sintonia con la foresta, rispettandola e difendendola. Questo ecosistema tropicale , in buona
parte endemico , comprende una delle realtà più complesse al mondo , ancora in buona parte da
studiare, comprende non solo nelle foreste ma anche le coste ricoperte da mangrovie e gli atolli
tropicali.
La loro democrazia è oltretutto un modello da seguire: nessuno viene lasciato indietro, nemmeno
gli anziani, che anzi vengono tenuti in considerazione dato che le tradizioni vengono tramandate
da generazione in generazione;
tutto viene deciso in democrazia, attraverso frequenti riunioni che si svolgono nei piccoli villaggi,
dove partecipano attivamente tutti i capo famiglia.
Purtroppo il sogno sta finendo.
Le Grandi multinazionali assieme agli altri stati, stanno saccheggiando, con il consenso della
politica corrotta locale, tutti gli stati del Kalimantan.
I problemi principali sono:
La deforestazione, le miniere di carbone a cielo aperto, l'utilizzo e l'abuso di prodotti chimici in
agricoltura, la commercializzazione indiscriminata di ogni tipo di plastica e di qualsiasi tipologia di
prodotti chimici (sia ad uso casalingo che industriale), porta a conseguenze disastrose per l'alto
tasso di inquinamento di fiumi, laghi, falde acquifere, mare.
I parchi nazionali sono inoltre poco controllati, il che lascia purtroppo ai bracconieri vita facile.
Altre problematiche che ho riscontrato riguardano l'urbanistica: le città crescono velocemente
senza piani regolatori o leggi che regolino/vincolino il paesaggio.
La povertà dilaga e con essa tutte le nuove malattie annesse e connesse. L'inquinamento e la
relativa contaminazione di acqua e cibo aumentano visibilmente le malattie.
E infine la differenza tra poveri e ricchi si sta ampliando esponenzialmente.
La peggior piaga del Kalimantan, e non solo, è l'industria dell'olio di palma,
che non è legata soltanto al problema della deforestazione, ma anche a quello del cambiamento
climatico, alla distruzione degli habitat, alla perdita di biodiversità, agli abusi circa i diritti degli
indigeni e alla crudeltà sugli animali.
Inoltre, lo sviluppo delle piantagioni di olio di palma è associato all'inquinamento dell'aria,
dell'acqua e del suolo.
Tutto ciò può essere fermato.
Come?
Uno dei modi migliori è far conoscere il problema alle nuove generazioni, sono quelle a cui va
trasmessa la coscienza dell'ecosostenibilità.
Le nuove generazioni sono quelle che ci devono traghettare in un mondo migliore.
Bisogna trasmetter loro l'importanza di una coscienza ecosostenibile.
Sosteniamo i progetti di riforestazione o di mantenimento delle foreste esistenti, come :

Masarang Company che sostiene ben dieci comunità indigene, acquistando le noci da cui si
produce il burro di Illipe:
queste noci crescono solo nelle foreste pluviali e si possono raccogliere semplicemente dal suolo
della foresta, dove cadono naturalmente nel periodo tra gennaio e febbraio.
Questa piccola fabbrica, contribuisce al mantenimento e alla protezione delle foreste circostanti,
Vendendo inoltre i prodotti ricavati dalle risorse della foresta, senza quindi depauperarla.
Supportatela acquistando i suoi (fantastici!!!) prodotti.
Program konservazi Bekantan si impegna invece alla riforestazione delle mangrovie per ricreare
l' ambiente adatto alla proliferazione delle scimmie proscide (proboscid monkey) e anche a
reintrodurre tutta la fauna selvatica.
Nei dieci giorni trascorsi a stretto contatto con loro in veste di volontario ho potuto constatate che
sono gli unici che stanno veramente proteggendo le poche scimmie rimaste, scimmie che sono il
simbolo del Borneo, e riescono a farlo senza alcun tipo di finanziamento governativo.
Aiutiamoli!
Ecco il loro link:
Un altro modo per contribuire è quello di boicottare il più possibile l'olio di palma.
Questo spetta a noi, dato che è presente quasi ovunque: dal cibo alla cosmesi e ai carburanti .
Qualcosa si sta facendo, ma non è sicuramente sufficiente.
In questi quasi due mesi di viaggio ho cercato di spostarmi principalmente via terra con non pochi
problemi, volendo vedere con i miei occhi questo paese.
Purtroppo la maggior parte del territorio, lungo le poche strade di collegamento tra le città, é
circondato da coltivazioni di palma da olio, alberi della gomma o zone deforestate, le città sono
caotiche e inquinate, quindi poco accoglienti per lo straniero; ma la gente è disponibile e sempre
disposta ad aiutare.
Il cibo nelle città è da provare ma non è salutare: qui friggono quasi tutto nell'olio di palma, a cui
aggiungono poi zucchero, sale e soprattutto msg (glutammato monodisco);
quasi ovunque però, specialmente nel periodo da dicembre a marzo, c'è una scelta infinita di frutta
proveniente dalle foreste tropicali, tra cui il frutto più buono del mondo il famoso Durian.
Per vedere il vero Borneo bisogna inoltrarsi in strade improponibili o risalire i corsi d' acqua o
prendere dei voli interni, invece per andare sulle isole, che pochi conoscono, é necessario
prendere delle barchette che però risultano instabili e affrontano le onde pericolosamente.
Nella buona parte parte dei casi è molto costoso raggiungere queste mete favolose, ma ne vale la
pena, fidatevi.
Ho pubblicato qualche foto del mio viaggio sia sulla mia pagina
Facebook: Claudio Alessandro Carlo Pinzauti,
che sulla mia pagina Instagram: Claudio Pinzauti,
Che sul mio blog: Www.forsetorno.blogspot.com
Al prossimo viaggio :)



Il Viaggio in Kalimantan

Sono quasi alla fine del mio viaggio, in una parte dell'Indonesia fuori da ogni rotta turistica: il
Kalimantan, parte indonesiana del Borneo.
Le zone protette sono delle bellissime realtà, da ogni punto di vista: le foreste primarie sono forse
le più antiche del mondo e contengono una biodiversità complessa e delicata, con cui, in alcuni
casi, l'uomo convive, in assoluta sintonia.
Le persone sono fantastiche: molto ospitali, generose e curiose di conoscere gli stranieri.
Il cibo, nelle piccole comunità nei pressi delle foreste pluviali, è semplice, ma estremamente
buono e sano, e, dato che quasi tutto proviene da madre natura, lo ritengo un gradino superiore al
biologico.
Sono venuto nel Kalimantan per svariati motivi, ma soprattutto ho scelto di soggiornarci durante la
stagione delle piogge, primo perché fa' meno caldo, secondo perché vi si trovano una vasta
quantità e varietà di frutta, di cui sono goloso. Basta camminare nella foresta e raccogliere i suoi
doni, ce n'è per tutti: sia uomini che animali.
Queste comunità lontane dalla civiltà sono un esempio da seguire, ad esempio sanno come vivere
in sintonia con la foresta, rispettandola e difendendola. Questo ecosistema tropicale , in buona
parte endemico , comprende una delle realtà più complesse al mondo , ancora in buona parte da
studiare, comprende non solo nelle foreste ma anche le coste ricoperte da mangrovie e gli atolli
tropicali.
La loro democrazia è oltretutto un modello da seguire: nessuno viene lasciato indietro, nemmeno
gli anziani, che anzi vengono tenuti in considerazione dato che le tradizioni vengono tramandate
da generazione in generazione;
tutto viene deciso in democrazia, attraverso frequenti riunioni che si svolgono nei piccoli villaggi,
dove partecipano attivamente tutti i capo famiglia.
Purtroppo il sogno sta finendo.
Le Grandi multinazionali assieme agli altri stati, stanno saccheggiando, con il consenso della
politica corrotta locale, tutti gli stati del Kalimantan.
I problemi principali sono:
La deforestazione, le miniere di carbone a cielo aperto, l'utilizzo e l'abuso di prodotti chimici in
agricoltura, la commercializzazione indiscriminata di ogni tipo di plastica e di qualsiasi tipologia di
prodotti chimici (sia ad uso casalingo che industriale), porta a conseguenze disastrose per l'alto
tasso di inquinamento di fiumi, laghi, falde acquifere, mare.
I parchi nazionali sono inoltre poco controllati, il che lascia purtroppo ai bracconieri vita facile.
Altre problematiche che ho riscontrato riguardano l'urbanistica: le città crescono velocemente
senza piani regolatori o leggi che regolino/vincolino il paesaggio.
La povertà dilaga e con essa tutte le nuove malattie annesse e connesse. L'inquinamento e la
relativa contaminazione di acqua e cibo aumentano visibilmente le malattie.
E infine la differenza tra poveri e ricchi si sta ampliando esponenzialmente.
La peggior piaga del Kalimantan, e non solo, è l'industria dell'olio di palma,
che non è legata soltanto al problema della deforestazione, ma anche a quello del cambiamento
climatico, alla distruzione degli habitat, alla perdita di biodiversità, agli abusi circa i diritti degli
indigeni e alla crudeltà sugli animali.
Inoltre, lo sviluppo delle piantagioni di olio di palma è associato all'inquinamento dell'aria,
dell'acqua e del suolo.
Tutto ciò può essere fermato.
Come?
Uno dei modi migliori è far conoscere il problema alle nuove generazioni, sono quelle a cui va
trasmessa la coscienza dell'ecosostenibilità.
Le nuove generazioni sono quelle che ci devono traghettare in un mondo migliore.
Bisogna trasmetter loro l'importanza di una coscienza ecosostenibile.
Sosteniamo i progetti di riforestazione o di mantenimento delle foreste esistenti, come :

Masarang Company che sostiene ben dieci comunità indigene, acquistando le noci da cui si
produce il burro di Illipe:
queste noci crescono solo nelle foreste pluviali e si possono raccogliere semplicemente dal suolo
della foresta, dove cadono naturalmente nel periodo tra gennaio e febbraio.
Questa piccola fabbrica, contribuisce al mantenimento e alla protezione delle foreste circostanti,
Vendendo inoltre i prodotti ricavati dalle risorse della foresta, senza quindi depauperarla.
Supportatela acquistando i suoi (fantastici!!!) prodotti.
Program konservazi Bekantan si impegna invece alla riforestazione delle mangrovie per ricreare
l' ambiente adatto alla proliferazione delle scimmie proscide (proboscid monkey) e anche a
reintrodurre tutta la fauna selvatica.
Nei dieci giorni trascorsi a stretto contatto con loro in veste di volontario ho potuto constatate che
sono gli unici che stanno veramente proteggendo le poche scimmie rimaste, scimmie che sono il
simbolo del Borneo, e riescono a farlo senza alcun tipo di finanziamento governativo.
Aiutiamoli!
Ecco il loro link:
Un altro modo per contribuire è quello di boicottare il più possibile l'olio di palma.
Questo spetta a noi, dato che è presente quasi ovunque: dal cibo alla cosmesi e ai carburanti .
Qualcosa si sta facendo, ma non è sicuramente sufficiente.
In questi quasi due mesi di viaggio ho cercato di spostarmi principalmente via terra con non pochi
problemi, volendo vedere con i miei occhi questo paese.
Purtroppo la maggior parte del territorio, lungo le poche strade di collegamento tra le città, é
circondato da coltivazioni di palma da olio, alberi della gomma o zone deforestate, le città sono
caotiche e inquinate, quindi poco accoglienti per lo straniero; ma la gente è disponibile e sempre
disposta ad aiutare.
Il cibo nelle città è da provare ma non è salutare: qui friggono quasi tutto nell'olio di palma, a cui
aggiungono poi zucchero, sale e soprattutto msg (glutammato monodisco);
quasi ovunque però, specialmente nel periodo da dicembre a marzo, c'è una scelta infinita di frutta
proveniente dalle foreste tropicali, tra cui il frutto più buono del mondo il famoso Durian.
Per vedere il vero Borneo bisogna inoltrarsi in strade improponibili o risalire i corsi d' acqua o
prendere dei voli interni, invece per andare sulle isole, che pochi conoscono, é necessario
prendere delle barchette che però risultano instabili e affrontano le onde pericolosamente.
Nella buona parte parte dei casi è molto costoso raggiungere queste mete favolose, ma ne vale la
pena, fidatevi.
Ho pubblicato qualche foto del mio viaggio sia sulla mia pagina
Facebook: Claudio Alessandro Carlo Pinzauti,
che sulla mia pagina Instagram: Claudio Pinzauti,
Che sul mio blog: Www.forsetorno.blogspot.com
Al prossimo viaggio :) .